"L'Arte di Evy Pattitoni"
- Radio Olbia Web
- 15 mag
- Tempo di lettura: 3 min
La puntata di "Se Io Lavoro" di Venerdì 16 si sposta a Telti, nella dimora di una talentuosa Artista sarda.

Elvira Angela Pattitoni , più conosciuta con il diminutivo di Evi, nasce a
Telti,un piccolo paese a 20 chilometri da Olbia , il cui nome oggi è legato
alla produzione del mirto, un liquore denso di aromi,che si estrae dal
frutto della pianta.
In un territorio collinoso, ricco d’acqua e di vitigni pregiati- da cui tra
l’altro si ricava un ottimo vino-, Evi cresce ,educata dalla donne della sua
famiglia. Soprattutto dalla nonna materna , Angela , che l’affascina con i
suoi racconti , con le storie delle Janas, abitanti remote di una terra
leggendaria che , secondo un’antica tradizione orale, diedero vita in
Sardegna all’arte della tessitura a cui si affiancò più tardi quella, non
meno importante, dell’oreficeria.
Intorno alle Janas fiorì nell’Isola una vasta letteratura ripresa e
rielaborata negli anni Cinquanta del secolo scorso da importanti scrittori come Salvatore Cambosu e Giuseppe Dessì. Si pensi alla novella di Giuseppe Dessì Il dio distratto o ai racconti contenuti nel volume Miele Amaro di S. Cambosu, forse il più bel libro che sia stato scritto sul tema del sacro nelle tradizioni isolane.
Evi si forma , quindi, in un ambiente ricco di memorie ancestrali, che alimentano la sua fervida fantasia
Ha appena otto anni quando guidata dalla nonna s’impegna a conoscere e selezionare le piante che possono essere commestibili in tempo di carestia. Manifesta una bella voce e a quindici anni incomincia a cantare nelle sagre paesane. L’amore per la musica la porterà a comporre e a elaborare arrangiamenti per canzoni. Di solo musica però Evi non può vivere ed avendo anche buone capacità imprenditoriali, metterà a frutto tutte le sue esperienze e aprirà negli anni Ottanta un negozio di fiori a
Porto Rotondo. Sono gli anni del boom della Costa Smeralda e le sue originalissime composizioni floreali sono richieste dai VIP che numerosi frequentano la Costa.
Non contenta dei successi ottenuti, parte per Londra.Vuole imparare l’inglese. Qui viene in contatto con importanti esponenti del mondo dell’arte e della musica. Tra gli altri conosce il geniale fotografo e
musicista Tim Motion, con il quale conserverà ottimi rapporti di stima e di amicizia e il grande pianista Alan Clare che le ricordava , nel suo modo di raccontare , la nonna Angela . Dopo l’esperienza londinese rientra in Sardegna e continua la sua attività di cantante e di conduttrice di programmi televisivi. II suo desiderio rimane però quello di modellare forme legate al suo vissuto.
Nasce così il gioiello MoM. Il motivo ispiratore, come lei spesso sottolinea, è l’immagine di una placca del periodo pre- nuragico, un cerchio di 5 centimetri di diametro in argento, terminante con una
spirale.

Si ipotizza che da questa forma siano nati i bottoni in oro e in argento presenti nei costumi sardi sia femminili che maschili . In Sardegna esistono bottoni tradizionali a piastra (rotondi ottagonali,
quadrati),oppure derivati da monete , in cui sono incastonati coralli o paste vitree colorate. La maggioranza di questi è però volumetrica,formata dall’unione di due calotte saldate lungo la base. Le
calotte nascevano inizialmente da semplici dischi piatti, che successivamente , nella lavorazione, venivano foggiati a semisfere e così il bottone finì per diventare sferico, a “bacca”.
Talvolta la faccia anteriore dei bottoni è arricchita con granuli (pipirinos) e rombi di lamina saldata. Sulla sommità un grosso granulo (sa turra) contiene o un granato o una corniola o un turchese, pietre dal forte valore simbolico. Calligrafiche stilizzazioni floreali spiccano spesso su cerchi fittissimi concentrici, come si può rilevare nell’arte orafa del Campidano Ora Evi, nell’ideare il suo gioiello MoM, il gioiello madre, ha superato i modelli dei bottoni di cui parliamo e la loro evoluzione nel tempo, per riallacciarsi all’antica piastra pre-nuragica di cui tiene presente e conserva la dimensione, i 5 centimetri di diametro , accentuandone l’alto valore simbolico. I segni concentrici portano incastonati le pietre secondo un ordine dalla forte valenza numerologica.
Sant’Agostino sosteneva che i numeri fossero il linguaggio universale offerto da Dio agli uomini per capire la realtà. Noi siamo fatti anche di materia e la materia è energia che riceviamo da tutto ciò che ci circonda e che trasmettiamo di continuo in un processo inarrestabile .
Il gioiello MoM, si potrebbe definire il novello caducèo del nostro tempo, simbolo di equilibrio perfetto, simbolo della madre primigenia, della grande Madre mediterranea, forza creatrice universale, generatrice e nutrice: la Madonna nel Cristianesimo, Tatra nel Buddismo, Kalì presso gli induisti, come piace ad Evi sottolineare.
La sua simbologia legata , come abbiamo detto, alla scienza numerologica ne fa un gioiello unico . Un gioiello bello da portare.
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